Il lavoro precario può cambiare la personalità?




A quanto pare sì, secondo una ricerca del Royal Melbourne Institute of Technology (RMIT) in Australia.

Si è visto che in persone che affrontano condizioni di lavoro precarie, o che rischiano di poter perdere il lavoro, sul lungo termine, si modifichino dei tratti di personalità.

I tratti in questione, riferiti al test di personalità Big Five, sarebbero: stabilità emotiva, amicalità, e coscienziosità.

Ciò suggerirebbe che in condizioni difficili e prolungate le persone perdano di motivazione, piuttosto che impegnarsi duramente per non perdere il lavoro.
Ridurrebbero infatti l’impegno e rinuncerebbero a creare rapporti positivi con i colleghi, e ciò a sua volta può peggiorare la produttività sul lungo termine. Purtroppo la precarietà lavorativa è alta e si protrae da tempo in Italia ma anche in altri paesi (inclusa l’Australia, in cui è stato effettuato lo studio).

Questi dati devono far riflettere. Per la collettività, affinché la filosofia perversa del consumismo spietato e della produttività ossessiva venga rivoluzionata da una più sana. E per il singolo, affinché metta sul piatto della bilancia il rapporto salute e denaro: il lavoro è importante, ma nel momento in cui domina la nostra intera esistenza togliendoci la serenità e cambiando l’ordine delle nostre priorità, allora è un campanello d’allarme. È bene a quel punto cercare di fare chiarezza, così da non lasciare che gli eventi esterni, per quanto difficili, ci privino dei valori in cui crediamo e della serenità.


Fonti:
- Wu, C. H., Wang, Y., Parker, S. K., & Griffin, M. A. (2020). Effects of chronic job insecurity on Big Five personality change. Journal of Applied Psychology.

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