- Quando una persona dovrebbe rivolgersi a uno psicologo?
Le persone di solito si rivolgono allo psicologo per superare dei problemi che impediscono loro di vivere in maniera serena, con sé o con gli altri. I problemi possono essere di vario tipo: i più noti per esempio sono ansia e depressione, ma altri motivi che spingono una persona a rivolgersi allo psicologo possono riguardare il proprio modo di relazionarsi con gli altri, problemi nella relazione con il proprio partner, difficoltà sessuali, difficoltà nell’affrontare le situazioni di tutti i giorni, problematiche varie che possono compromettere il lavoro, il rapporto con amici, con parenti, ecc.
Una breve risposta allora potrebbe essere: una persona può rivolgersi a uno psicologo quando ritiene che così facendo sarà in grado di superare le difficoltà che sta vivendo.
- Quante sedute ci vorranno per risolvere il problema?
Ovviamente il numero di incontri dipende dalla persona e dal tipo di difficoltà che si affronta. Possono essere necessarie meno di 10 sedute, oppure 15, oppure 20. La cosa più importante da tenere presente è che il numero di incontri si stabilisce insieme, a seconda delle necessità ma anche dei progressi della persona che beneficia dell’intervento: è fondamentale infatti impegnarsi anche e soprattutto fuori dallo studio dello psicologo, in quanto maggiore sarà l’impegno e la motivazione, minore sarà il numero di sedute necessarie.
Quindi si può dire che il numero degli incontri lo decide la persona insieme allo psicologo.
- Lo psicologo può dirmi cosa fare, come risolvere i miei problemi e farmi stare meglio?
Il compito dello psicologo è aiutare la persona che presenta una particolare difficoltà a superarla con le proprie forze. Chi si rivolge a uno psicologo infatti ha, come tutti, le capacità di gestire e risolvere le difficoltà che può incontrare: però non riesce a sfruttarle al meglio, e spesso si sente come “bloccato” di fronte a delle scelte o a dei cambiamenti importanti.
Questo significa che le tue scelte di vita personali (per esempio, rompere la relazione o no col partner, intraprendere una carriera universitaria, cambiare città o lavoro, ecc.) non possono essere prese da nessun altro se non da te. Lo psicologo non dice assolutamente alle persone cosa devono fare! Ma le aiuta a prendere decisioni consapevoli e quanto più vantaggiose possibili.
Quindi si può dire che lo psicologo fornisce tecniche, strumenti, e valorizza le capacità che una persona già possiede e che potrà usare nel corso della vita per affrontare efficacemente le difficoltà che si verificheranno.
4. Cos'è la Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale?
La psicoterapia cognitivo-comportamentale (in inglese CBT: Cognitive-Behavioral Psychotherapy) è un approccio psicoterapeutico, uno dei più diffusi al mondo, di maggior efficacia, scientificamente comprovata da decenni - e in continua evoluzione.
Tale approccio si basa sull'identificazione e lavoro sui pensieri che comportano sofferenza emotiva (ansia, depressione, rabbia, ecc.), nonché sui comportamenti conseguenti o responsabili delle diverse condizioni psicologiche in cui si ritrovano gli individui.
Per esempio, è ampiamente provata la rapida efficacia della CBT nei disturbi d'ansia, panico, e fobie.
Negli ultimi 20 anni di ricerca, l'approccio CBT si è arricchito con le scoperte dei diversi ambiti della medicina, come la neurologia, così l'unione delle diverse nozioni ha nel tempo delineato un preciso quadro psicologico e biologico dell'individuo, grazie al quale a ogni condizione psicologica corrisponde un particolare assetto fisiologico, metabolico, neurochimico, ecc.
Ciò ha reso possibile lo sviluppo di un'ampia gamma di interventi efficaci in diverse condizioni di confine: la CBT-I per esempio tratta i problemi di insonnia, con maggior efficacia rispetto al trattamento farmacologico. La CBT-E tratta invece i disturbi della condotta alimentare (come anoressia, bulimia, alimentazione compulsiva, ecc.)
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