Il dolore percepito? Dipende dalle nostre aspettative


“Sentirai solo un pizzico” dice l’infermiera con la siringa in mano. 💉 Ma se siamo in ansia ci aspettiamo il dolore di una motosega. 😱
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A differenza dei segni, come per esempio un’infiammazione, il dolore (come le emozioni) è un sintomo: ciò significa che non è oggettivo, ma a definirlo è la persona che lo sperimenta.
Ognuno reagisce a stimoli dolorosi in maniera diversa, ma secondo uno studio pubblicato su Nature Human Behaviour, l’intensità del dolore dipende dalle aspettative dell’individuo.
I ricercatori della University of Colorado Boulder hanno somministrato ai partecipanti livelli bassi o alti di calore, e li hanno fatti associare a dei simboli corrispettivi. Dopodiché hanno posto i partecipanti in un macchinario di risonanza magnetica funzionale (fMRI) che misurasse l’attività cerebrale. Per un’ora, ai partecipanti venivano mostrati diversi indizi (i simboli, le parole “low” o “high”, cioè basso o alto) che si riferivano all’intensità del dolore. In seguito, hanno chiesto loro quanto dolore si aspettassero.
Successivamente, sono stati somministrati stimoli di diverso grado di dolore, non dannoso (il più alto corrispondeva al “tenere in mano una tazza di caffè bollente”). Quindi è stato chiesto loro quanto dolore avessero percepito, ed esso non corrispondeva all’effettiva intensità somministrata.
I risultati hanno mostrato che i partecipanti si aspettavano un calore superiore, e le regioni cerebrali associati a minaccia e paura si attivavano di più nel periodo anticipatorio, mentre quelle coinvolte nella generazione del dolore erano più attive durante lo stimolo.
Ciò dimostra che le nostre aspettative influenzano a livello profondo gli stessi processi cerebrali del dolore.
Avere aspettative positive potrebbe quindi invertire questo effetto – d’altronde, da decenni sono ben documentati gli effetti delle cosiddette “profezie che si autoavverano” sui nostri successi e fallimenti.

Fonti:
https://www.nature.com/articles/s41562-018-0455-8

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