Immediatamente arrivano i rimorsi: "Avrei dovuto mangiare meno", "avrei dovuto fare più attività", "dovrei cominciare a correre". Inevitabile è anche la percezione negativa del proprio corpo, troppo grasso, troppo magro, poco muscoloso, poco sodo, troppo pallido.
Che la percezione del proprio aspetto sia accurata o alterata da aspettative irrealistiche, in alcuni può insorgere una tristezza e un'angoscia che potrebbe poi ripercuotersi sulla propria autostima, e sfociare in una costante angoscia dominata da pensieri del tipo: "Non sono bello come gli altri, quindi non valgo", "Non sono all'altezza di ... perché non ho il fisico giusto", "Qui sono fuori posto, non sono come gli altri".
Che la percezione del proprio aspetto sia accurata o alterata da aspettative irrealistiche, in alcuni può insorgere una tristezza e un'angoscia che potrebbe poi ripercuotersi sulla propria autostima, e sfociare in una costante angoscia dominata da pensieri del tipo: "Non sono bello come gli altri, quindi non valgo", "Non sono all'altezza di ... perché non ho il fisico giusto", "Qui sono fuori posto, non sono come gli altri".
Comportamenti a rischio: a cosa fare attenzione
Alcuni possono reagire iniziando un'intensa attività fisica: fare sport è sempre salutare, ma se la motivazione è prettamente estetica e finalizzata alla spiaggia, c'è il pericolo di esagerare, compromettere la propria salute, e non raggiungere il risultato estetico sperato, di solito troppo elevato e impensabile da raggiungere in un paio di mesi.
Altre persone potrebbero reagire in maniera opposta. Invece di impegnarsi a cambiare il proprio aspetto, si affliggono e si considerano "spacciati", fanno false previsioni secondo cui "non riusciranno mai" a cambiare il proprio aspetto. Continuano a mangiare in maniera inadeguata, trascurando quindi un'alimentazione salutare, che non andrebbe seguita solo in vista dell'estate ma che dovrebbe far parte dello stile di vita.
Ancora, potrebbero svalutarsi totalmente solo in funzione del proprio peso o del proprio aspetto. Questo è ovviamente un errore: noi non siamo il nostro peso, siamo ovviamente molto di più, e non è possibile svalutarsi solo in relazione a un mero numero.
Utili strategie per affrontare queste situazioni
È importante, prima di tutto, dare una priorità alle cose.
Se il proprio aspetto comporta anche delle problematiche mediche, come l'obesità (che può portare a problemi cardiovascolari, diabete, ecc.), allora è opportuno che la salute sia l'obiettivo principale. Ponendosi questo come "traguardo", e impegnandosi per raggiungerlo, la preoccupazione circa l'aspetto fisico verrà meno, e anche il senso di inadeguatezza potrà essere "sopportato" per un obiettivo di ordine più elevato.
Se invece non ci sono complicanze mediche ma solo inestetismi, si può adottare un approccio di problem solving del tipo:
È modificabile?
1) Se sì, allora si può anche valutare un intervento appropriato, che sia di tipo estetico o anche uno specifico programma sportivo.
2) Se no, chiediamoci: affliggersi e rimproverarsi per qualcosa di cui non si ha controllo, in che maniera può cambiare la situazione? Molto probabilmente in nessuna. Evitare di esporre l'area "incriminata" può essere una soluzione, ma se tale soluzione non è realizzabile o si traduce per esempio nel fare il bagno in t-shirt, o addirittura declinare qualsiasi invito pur di non vivere quell'angoscia, allora questo significa che tali strategie portano la persona a isolarsi o a vivere con difficoltà qualsiasi situazione che possa mettere in vista l'inestetismo.
Un modo più realistico e benefico di pensare, se si ha un inestetismo non modificabile, è prenderne atto e accettarlo. "Sì, ho questo inestetismo, non posso modificarlo e non ho alcuna responsabilità o controllo rispetto ad esso. Ciò nonostante, l'inestetismo non mi rappresenta come persona, è solo uno degli aspetti che mi caratterizzano, e di certo non è un motivo sufficiente per impedirmi di vivere la vita con serenità e soddisfazione."
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