I benefici dello sport sulla salute psicofisica: parte I

L'attività fisica ha sempre giocato un ruolo importante nella storia dell'umanità, insieme al tipo di alimentazione. Oggigiorno, grazie ai progressi della scienza, conduciamo una vita più agiata rispetto a quella dei nostri nonni: lo sforzo fisico richiesto per il sostentamento è ridotto al minimo, portandoci a una maggiore sedentarietà, e l'alimentazione, se da un lato è più varia e accessibile a tutti, dall'altro tende a offrire alternative più invitanti, più veloci da preparare, ma meno sane.
Sappiamo tutti che è importante tenersi in allenamento, ma perché è così difficile riuscire a iniziare? Come mai, dopo l'estate, pieni di buoni propositi, tendiamo a non rispettare il programma che ci siamo imposti, cioè di andare in palestra e mangiare meglio?
La zona di comfort è quell'assetto che abbiamo dato alla nostra vita, entro cui ci muoviamo, e da cui abbiamo paura di uscire per non perdere l'equilibrio "sufficientemente buono" che abbiamo raggiunto. Avere lo stesso lavoro, anche se insoddisfacente, gli stessi amici, anche se non ci stanno simpatici, compiere le stesse attività, ci porta a raggiungere un livello di soddisfazione che riteniamo sufficiente e, per paura di perderlo, preferiamo non rischiare di ambire a qualcosa che potrebbe renderci veramente felici e soddisfatti.
Le abitudini mantengono questa rigidità: rompere un'abitudine fa molta paura e le persone in generale preferiscono rimanere in "acque conosciute", ma ciò non permette di esplorare nuove aree e blocca nella crescita personale.
La chiave sta solo nel "buttarsi" in una nuova attività, e se per noi è importante, come l'attività fisica, è importante impegnarci a perseguirla anche quando non abbiamo voglia. Imporci di fare una cosa nuova, ripetutamente, la trasforma in abitudine, e possiamo sfruttare quindi l'abitudine in un'arma a nostro vantaggio.

Cosa succede quando ci alleniamo?
Quando solleviamo dei carichi pesanti, come nell'allenamento della forza, o quando percorriamo chilometri a piedi o in bici, come nell'allenamento per la resistenza, compiamo uno sforzo muscolare che porta il nostro corpo a secernere delle sostanze.
Le endorfine e gli endocannabinoidi sono dei neurotrasmettitori che ci rendono euforici e agiscono come antidolorifici, al pari di morfina e oppio. Queste sostanze vengono secrete in seguito a un allenamento intenso, ci fanno sentire bene e alleviano momentaneamente il disagio dovuto allo sforzo.
Il buonumore che ci pervade in seguito a questa spinta neurochimica naturale, allevia eventuali sintomi ansiosi o depressivi, e per un certo tempo, la nostra giornata è meno "nera". Quel momento di benessere ci fa vedere la luce e ci incoraggia.
L'umore dà una "tinta" al mondo: se lo guardiamo attraverso le lenti dell'ansia, tutto ci apparirà minaccioso. Se lo guardiamo attraverso le lenti della depressione, tutto ci sembrerà impossibile, irragiungibile, tremendo.
Se lo guardiamo con le lenti del buonumore, dell'ottimismo, le cose ci sembreranno più raggiungibili, noi ci sentiremo più forti, e forse anche le difficoltà che stiamo attraversando ci appariranno transitorie e risolvibili.

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