In realtà, le ricerche mettono in evidenza un fenomeno abbastanza diverso, se non addirittura sorprendente.
Secondo le statistiche dei suicidi segnalati (vale a dire, riconosciuti come tali da enti sanitari e non scambiati per, ad esempio, incidenti o fatalità), si può osservare un decremento dei suicidi nel periodo natalizio, specificamente, prima del Natale, durante il Natale, e nei primi giorni successivi al Natale.
Il picco statistico di suicidi si avrebbe, invece, in primavera e in autunno.
Si potrebbe affermare quindi che il Natale abbia un effetto protettivo piuttosto che comportare un rischio di suicidio? Apparentemente sì, in realtà non possiamo dirlo con certezza, per diverse ragioni.
Una di queste riguarda l'effetto che lo stesso mito esercita sulla società e, quindi, sul fenomeno. Pare infatti che la stessa convinzione di essere più vulnerabili in questo periodo dell'anno porti a un maggior accesso ai servizi di salute mentale, o alla ricerca di sostegno psicologico. Di conseguenza, il benessere psichico collettivo, grazie a questi interventi e all'attenzione pubblica del fenomeno, ne risulterebbe aumentato.
Di contro, alcune ricerche mostrano un effetto di "rimbalzo", per il quale durante il periodo natalizio il tasso di suicidi diminuirebbe per poi aumentare a Capodanno o poco dopo le feste.
Oltre alla depressione e al suicidio, alcuni studi hanno cercato correlazioni con altri fenomeni.
L'uso di sostanze rivela un picco nel periodo di Natale. Tra le sostanze illecite, la più usata sarebbe la cocaina. Tra quelle legali, invece, l'alcol, con relativa intossicazione, il cui picco si avrebbe proprio il giorno di Natale.
I comportamenti autolesivi calerebbero del 30-40% proprio nel periodo tra il 19 e il 26 dicembre, e nei più giovani si ridurrebbero addirittura del 60%.
A tutti può capitare di attraversare periodi difficili e di sentirsi abbattuti. Per alcuni non si tratta solo di "periodi", ma di una lunga convivenza con sentimenti di sconforto, bassa autostima, assenza di gratificazione. Molti si ritrovano a pensare al suicidio, e ciò spaventa. I pensieri non devono farci paura, è molto più importante invece riconoscere di averli e analizzarli, come farebbe uno scienziato, e condividerli senza avere timore. Avere una rete di amicizie con cui confidarsi può essere di grande aiuto in periodi bui, e rivolgersi a un professionista rappresenta la scelta più intelligente, matura ed efficace che una persona possa fare per il proprio bene, per tornare a trarre piacere dalla vita.
Lettura consigliata: Non buttiamoci giù, di Nick Hornby (2005).
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Fonti:
- Sansone, R. A., & Sansone, L. A. (2011). The christmas effect on psychopathology. Innovations in clinical neuroscience, 8(12), 10.
- Sansone, R. A., & Sansone, L. A. (2011). The christmas effect on psychopathology. Innovations in clinical neuroscience, 8(12), 10.
- https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3257984/
- https://www.griffith.edu.au/__data/assets/pdf_file/0010/680959/Selected-Readings-Volume-11.pdf#page=21
- https://www.griffith.edu.au/__data/assets/pdf_file/0010/680959/Selected-Readings-Volume-11.pdf#page=21
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