- Definire le priorità. Non sempre quello che crediamo essere più importante lo è davvero. In linea generale, essere felici potrebbe essere l'unica vera cosa più importante. Il modo in cui raggiungere la felicità dipende da noi, non esistono "ricette" buone per tutti. Capire cosa ci rende felici e sereni non è sempre così facile, perché siamo portati automaticamente, da convinzioni erronee trasmesse dalla società o da altre influenze, a identificare la felicità con parametri che non si adattano alla nostra persona. Chiediamoci: "Questa cosa è importante per me o per gli altri?" Avere un lavoro è sicuramente importante, ma è importante che il lavoro sia qualcosa che non ci danneggi: un lavoro che non ci piace può renderci infelici, e talvolta può logorarci fino a farci ammalare. Altre volte, invece, non è il lavoro in sé a renderci infelici ma l'ambiente di lavoro o altri fattori: in tal caso, possiamo impegnarci a modificare l'ambiente e il nostro modo di rapportarci ad esso per cambiare in maniera significativa il nostro umore.
- Definire obiettivi credibili. Voler fare l'astronauta è un desiderio legittimo, ma se non ci sono le condizioni necessarie, per esempio se non si ha una acuità visiva del 100% o si è daltonici, in automatico si verrà scartati, e l'obiettivo non sarà mai raggiungibile. Non possiamo sempre ottenere tutto ciò che vogliamo, ma non è la fine del mondo. È importante essere consapevoli di ciò che possiamo fare, prima di stabilire obiettivi irraggiungibili che rischiano di frustrarci e demotivarci.
- Definire mini-obiettivi raggiungibili. Voler perdere qualche chilo o raggiungere un traguardo universitario sono il risultato finale di un processo, vale a dire di una successione di step che si svolgono nel corso del tempo. Come prepare una torta necessita di una serie di step (procurarsi gli ingredienti, saperli lavorare, cuocere il tutto, ecc.), anche gli obiettivi che vogliamo raggiungere saranno raggiungibili solo se rispettiamo gli step. Non è possibile perdere 10 chili in una settimana, quindi il miglior approccio consisterà (oltre a rispettare adeguatamente il programma dietetico e l'esercizio fisico) nell'accettare i piccoli traguardi (per esempio, anche un chilo in un mese, per quanto poco possa essere, è meglio di niente, e ci avvicina al risultato che vogliamo raggiungere).
- Instaurare nuove abitudini¹. A nessuno piace svegliarsi presto, soprattutto quando si va a letto tardi. Eppure la maggior parte delle persone che per motivi di lavoro o altro è costretta a svegliarsi presto, spesso riferisce che non è un peso e anzi, si gode la mattinata e si sente rinvigorito. È abituato. Svegliarsi presto ed essere riposati è possibile solo se la sera prima si va a letto a un orario prestabilito che consenta di dormire abbastanza. E per fare ciò serve che si instauri un'abitudine (per esempio, può essere utile impostare, ironicamente, una sveglia che ci ricordi di andare a letto alle 22).
Andare a fare jogging due o tre volte a settimana può sembrare facile finché non ci si mette di impegno e ci si scontra contro la pigrizia o la forza dell'abitudine (vedere la TV, rilassarsi sul divano, sbrigare altre faccende). Basta fissare un programma (per esempio, andare a correre a un determinato orario in due giorni prefissati) e obbligarsi a rispettarlo al pari di una prescrizione medica per cominciare a instaurare un'abitudine. Dopo un po' di tempo, ci si accorgerà che quell'attività è parte della propria vita quotidiana senza che rappresenti un peso, e anzi, nel momento in cui un imprevisto ci impedisce di rispettare il programma, ci sentiamo frustrati e arrabbiati. In tal caso, significa che l'abitudine ha messo radici.
Una volta che l'abitudine si è instaurata, raggiungere l'obiettivo sarà molto più facile. - Avere sempre bene in mente lo scopo. Qual è il nostro scopo? È importante per noi (punto 1)? Allora sarà bene ricordarcelo e capire cosa rappresenta per noi il raggiungimento dell'obiettivo finale, al fine di motivarci nei momenti in cui la volontà può, inevitabilmente, venir meno. Non è facile essere motivati, e spesso abbiamo bisogno di "forzarci" a fare qualcosa per non rischiare di perdere terreno nel percorso che abbiamo scelto. Ma non è improbabile che le nostre motivazioni e i nostri scopi cambino. Per esempio, impegnarsi a fare gli esami per una facoltà e poi rendersi conto che quella facoltà non fa per noi. In tal caso, nulla è perduto. Impegnarsi nel raggiungere un obiettivo per noi significativo dà senso alle nostre azioni, ci gratifica, e ci fa crescere personalmente. La decisione di cambiare facoltà, di per sé, rappresenta già il superamento di un nuovo programma. Iscriversi, frequentare le lezioni e sostenere i primi esami rappresentano tanti step necessari per il nuovo programma che abbiamo stabilito. È importante non considerare le scelte "sbagliate" come errori che avremmo dovuto evitare. È molto più utile invece guardarci alle spalle e chiederci: "Abbiamo agito nella maniera che al momento era più opportuna?" Se sì, allora possiamo solo essere felici di noi stessi. Se invece la risposta è no, pazienza. Non è possibile non fare errori. Talvolta li commettiamo volontariamente, spinti dalle emozioni: capita. Siamo esseri umani, e in quanto tali siamo fallaci.
Ogni "errore" che facciamo ci insegna che non è possibile essere perfetti e che, nonostante tutto, siamo sopravvissuti ad essi!
¹ Ho parlato delle abitudini anche in questo post: I benefici dello sport sulla salute psicofisica: parte I
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