Il consumo energetico della camminata è trascurabile: perché allora molti si ostinano, d’estate, a camminare per perdere peso? E perché alcuni, in effetti, dimagriscono?
La causa va cercata nella mente.
@andrea_biasci ci spiega che a permettere la diminuzione di peso sarebbe il relax acquisito grazie all’attività sportiva stessa, che in un certo senso “protegge” dalle abbuffate da stress (la “fame nervosa”). Quindi, la camminata più che aiutare a perdere peso, faciliterebbe la limitazione delle calorie assunte in eccesso. Si è più felici, di conseguenza non si cerca soddisfazione nel cibo.
Un’altra importante considerazione riguarda l’assunzione alla base delle persone che compiono la camminata come unica attività sportiva. Se, infatti, lo scopo è quello di perdere calorie con poca fatica (superfluo da dire, camminare è meno faticoso che correre), allora non si perderà mai peso: per raggiungere un obiettivo è fondamentale motivazione, forza di volontà e soprattutto la tolleranza alle frustrazioni (si vedano i due post ‘I benefici dello sport sulla salute psicofisica’ per i consigli su come impostare una pratica sportiva efficace). Questi principi valgono tanto nello sport quanto nella vita quotidiana, ed è facile che il mancato raggiungimento di un obiettivo, a causa della mancanza di impegno o volontà, possa portare una persona a concludere, erroneamente, che “non ci sono speranze” e che non si possa cambiare.
Nel video-articolo di @project_invictus si mette in evidenza come chi inizia una dieta tenderà, nel tempo, a muoversi sempre meno: addirittura a compiere 1/10 dei passi rispetto a prima – peggiorando così il progresso della dieta stessa, che in assenza di attività fisica perde di efficacia!
Per conoscere tutti i dettagli dei meccanismi fisiologici coinvolti potete leggere l’articolo o vedere il video qui linkati, e visitare il canale YouTube e il sito ufficiale per altre informazioni:
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