Gli sperimentatori hanno voluto verificare la soddisfazione che una coppia percepisce circa il proprio rapporto sentimentale, rispetto alle aspettative di sacrificio del partner; nello specifico, i ricercatori hanno ipotizzato una possibile influenza da parte della correlazione tra la percezione dei sacrifici del partner e l’apprezzamento del partner stesso (dove per aspettative di sacrificio si intende quanto il sacrificio venga percepito dall'individuo come necessario, normale, e voluto – in un certo senso “preteso”).
Secondo i ricercatori, nei giorni in cui un individuo percepisce che il partner si è sacrificato, allora sperimenterebbe maggior gratitudine e rispetto nei suoi confronti e, di conseguenza, si sentirebbe più soddisfatto del proprio rapporto se le aspettative di sacrificio sono basse e più facilmente raggiungibili, o anche oltrepassate. Al contrario, il rapporto e la soddisfazione per esso verrebbe peggiorato nel momento in cui il partner dovesse “pretendere” fortemente dei sacrifici, soprattutto se difficili da soddisfare.
Ai soggetti (N=253; range di età: 18-43 anni; durata media della relazione: 2.8 anni; conviventi: 35%) sono stati fatti compilare dei questionari sulle aspettative di sacrificio nella relazione, gli atteggiamenti sono stati misurati su una scala Likert a 7 punti, e i partecipanti sono stati istruiti a riconoscere nella vita quotidiana i sacrifici nella relazione – la cui definizione era “rinunciare alle preferenze per il [bene del] partner o per la relazione”, come per esempio lasciare scegliere cosa fare a cena al partner e rinunciare alle proprie scelte.
I soggetti compilavano dunque un diario per 8 giorni, alla fine di ogni giornata i riportavano il grado di gratitudine, rispetto verso il partner, e la soddisfazione verso la relazione, nonché se avessero percepito sacrifici da parte del partner, in quella giornata.
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Media, deviazione standard e correlazioni delle variabili studiate -- aspettative di sacrificio, gratitudine, rispetto, e soddisfazione per la relazione (Zoppolat, Visserman, & Righetti, 2019) |
I dati sono stati elaborati attraverso un modeling multilivello.
Dai risultati l’ipotesi si rivela corretta. La percezione di un effettivo sacrificio del partner induce un aumento nell’apprezzamento verso di esso, nella forma di gratitudine e rispetto, e soddisfazione nei confronti della relazione da parte del partner che “gode” di tale sacrificio, ma a patto che le sue aspettative fossero basse.
Quando invece le aspettative sono alte, il sacrificio viene percepito come regolari norme relazionali di base. Il sacrificio, quindi, non viene apprezzato abbastanza – con conseguenze negative sull’apprezzamento e sul rapporto.
Il ruolo delle aspettative non influenza solo le relazioni ma anche il modo in cui si vive la maggior parte delle esperienze. Se nell’ansia le aspettative sono perlopiù catastrofiche, e nella depressione perlopiù di “sicuro fallimento”, cercare di ristrutturarle in una forma più verosimile aiuta ad abbassare la quota emotiva che si prova anche nel momento in cui l’aspettativa (temuta, ma prevista) dovesse avverarsi. Ma avere aspettative inverosimilmente alte non fa altro che confermare la convinzione irrazionale alimentata sempre di più dall’emozione travolgente e paralizzante, che così diventa sempre più difficile combattere autonomamente con la razionalità.
Fonti:
Zoppolat, G., Visserman, M. L., &
Righetti, F. (2019). A nice surprise: Sacrifice expectations and partner
appreciation in romantic relationships. Journal of Social and Personal Relationships, 0265407519867145.
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