La giustificazione che i nazisti, nel processo di Norimberga, riferirono
 come difesa per le atrocità commesse fu "l'obbedienza" agli ordini.
Lo psicologo Stanley Mmilgram, dell'università di Yale, decise per questo motivo di verificare scientificamente tale ipotesi.I soggetti dell'esperimento avevano il compito (in realtà un pretesto) di sottoporre delle prove linguistiche al partecipante (in realtà un attore) che, se sbagliava, avrebbe dovuto ricevere delle scariche elettriche sempre più alte a ogni errore commesso. Il soggetto aveva quindi il compito di somministrarle personalmente.
Le scariche erano finte. In accordo con gli sperimentatori, l'attore gridava e si agitava all'aumentare dell'intensità. Quando il soggetto "insegnante" esitava, veniva incoraggiato a continuare dallo sperimentatore, vestito con un camice grigio che ne rappresentava lo status di autorità. Fino a che punto si sarebbero spinti i soggetti nel far soffrire l'altro?
Ben 2/3 dei partecipanti arrivarono a somministrare la scarica più forte (450v)! Tutti gli altri arrivarono a 300v, prima di rifiutare di continuare.
Ciò accadrebbe quando la responsabilità dell'azione non è propria, ma la assume qualcun altro, come appunto una autorità riconosciuta.
Di fatto, le condizioni dell'esperimento sono molto diverse da quelle in cui si sono verificati i crimini nazisti, tra i quali figurano la deumanizzazione e il raggiungimento di precisi scopi sadici.
Dallo studio, però, si evince la facilità con cui le persone possono arrivare a compiere del male.
Questo dovrebbe far riflettere su quanto sia importante, per individui che ricoprono dei ruoli istituzionali e di potere, come le forze dell'ordine, avere un pensiero critico individuale, che possa anche portarli a rifiutarsi di commettere azioni che vanno contro la propria coscienza e i propri valori.





Nessun commento:
Posta un commento